CARLO ALIANELLO-una voce fuori dal coro

LA VITA

Carlo Alianello è stato uno sceneggiatore e scrittore italiano di origini lucane, ricordato soprattutto per il suo contributo alla formazione della visione revisionista del Risorgimento. Nacque a Roma il 20 marzo del 1901, figlio di un ufficiale dell’esercito e discendente di una famiglia fedele ai Borbone. Durante la sua infanzia si spostò in varie città italiane tra cui Roma, La Maddalena (in Sardegna) e Firenze. Dopo aver conseguito la laurea in lettere si dedicò all’insegnamento nei licei, collaborando al contempo con varie testate giornalistiche come “Il Mondo” e “Nuovo Convito”, arrivando in seguito a pubblicare anche su giornali quali Il Corriere della Sera e Il Messaggero. In quegli stessi anni scrisse anche varie opere teatrali e pubblicò il suo primo saggio, che non riscosse molto successo. Lasciato il teatro si dedica alla scrittura di romanzi, per i quali è più noto . Muore il 1° Aprile 1981 all’età di 80 anni a Roma.

UNA VOCE FUORI DAL CORO

Ad Alianello bisogna sicuramente riconoscere l’aver fornito un punto di vista diverso sul tema del crollo del Regno delle due Sicilie e sulla conseguente formazione del Regno d’Italia. Uno dei suoi meriti è stato quello di presentare la figura di Garibaldi in maniera critica e non più come l’eroe a tutto tondo dipinto da tanta propaganda di stato. Non dobbiamo infatti dimenticare che all’epoca, durante il ventennio fascista, il mito del condottiero di Nizza era intoccabile e l’autore rischiò il confino. Tra le sue opere ricordiamo il trittico di romanzi storici costituti da “l’Alfiere”, “Soldati del Re” e “L’Eredità della Priora” che offre, infatti, un panorama ben diverso da quello a cui siamo abituati, vedendo (giustamente) i piemontesi non come salvatori ( ma da cosa?), ma bensì come invasori. Soprattutto l’ultimo dei tre scritti, illustra al meglio le dinamiche sociali e politiche che portarono al fenomeno del brigantaggio, vedendo nella figura dei briganti dei rappresentanti del popolo. L’obbiettivo di Alianello è quello di accusare quindi i vincitori di aver falsificato la storia dell’unione, escludendo la verità contadina e popolare dal contesto. “La Conquista del Sud” costituisce l’ultima sua opera sull’argomento, in cui vi sono critiche rivolte specialmente ad intellettuali del tempo, tra cui Benedetto Croce e Francesco Crispi, accusati dall’autore di remissività verso leggi e politiche a favore del nord, e anche meridionalisti come Giustino Fortunato, visto da Alianello come un codardo. Grazie a ciò Carlo Alianello è diventato un autore molto apprezzato dai revisionisti e spesso da loro citato.