CASSA DEL MEZZOGIORNO (chi ne ha beneficiato realmente?)

La cassa del mezzogiorno fu istituita con la legge 10 agosto 1950 n°646 come ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico allo scopo di predisporre programmi, finanziamenti ed esecuzione di opere straordinarie dirette di fatto al progresso economico e sociale dell’Italia meridionale (con l’aggiunta di Toscana, Marche e Lazio), originariamente da attuarsi entro un periodo di 10 anni (1950-1960). L’intervento fu poi più volte prorogato con successivi interventi legislativi. Il finanziamento del piano fu stabilito in 100 miliardi di lire all’anno per i dieci esercizi dal 1951 al 1960: in complesso mille miliardi di lire, subito aumentati nel 1952 a 1.280 miliardi da utilizzare nel dodicennio 1951-1962. Poiché nell’ambito del medesimo stato, le regioni commerciano liberamente fra loro, il moltiplicatore regionale assume sempre la forma di moltiplicatore di mercato aperto. A tal proposito è presente un’analisi dell’economista Bruno Trezza (professore ordinario di economia presso l’università “La Sapienza” di Roma) riguardante gli effetti che una politica di trasferimenti esercita sia nelle regioni sottoposte alla tassazione (in questo caso quelle settentrionali) e sia in quelle che ricevono la spesa. All’epoca dei fatti era frequente la lamentela esercitata dai politici del Nord per le imposte avute che (sulla carta) avrebbero dovuto favorire lo sviluppo del meridione. L’analisi mostra che questa lamentela non era affatto giustificata perché le regioni settentrionali, anche se sottoposte a prelievo fiscale poterono trarre dalla manovra un netto vantaggio, in quanto l’aumento di reddito delle regioni del Sud provocò, per le regioni del Nord, un aumento di esportazioni e misero in moto un processo moltiplicativo che poté compensare e più che compensare gli effetti depressivi del prelievo fiscale. Ovviamente, il vantaggio per le regioni settentrionali è stato e sarà tanto maggiore quanto maggiore è l’aumento delle esportazioni, aumento che dipese a sua volta dalla propensione ad importare dalle regioni del sud. È interessante notare, a questo proposito, che gli studi empirici svolti in questo campo, mostrano che le regioni meridionali all’epoca del provvedimento e tutt’ora avevano e hanno una propensione all’importazione molto elevata.