Giovanni Pontano

La vita

Di nobili origini, Giovanni Pontano nacque a Cerreto di Spoleto il 7 Maggio 1429 e studiò presso l’università di Perugia, dove si era rifugiato in seguito all’assassinio del padre in una faida politica. Sin da giovane entrò al servizio del Re di Napoli, Alfonso V d’Aragona che aveva iniziato una politica di mecenatismo che aveva portato a un’ enorme fioritura culturale. All’inizio venne nominato educatore dei due principi Alfonso II di Napoli, figlio di Ferdinando I ( anche detto Ferrante I) e Carlo di Navarra. Intanto Pontano coltivò l’amicizia con altri intellettuali dell’epoca come Antonio Beccadelli (noto anche come il Panormita), direttore dell’accademia napoletana poi detta “Pontaniana” dall’omonimo intellettuale. Per i suoi meriti, venne ricoperto di ogni onore e assunse le funzioni di diplomatico, consigliere politico, segretario e cancelliere militare. Divenne così una colonna portante del Regno di Napoli. La sua carriera politica giunse a termine quando nel 1495 omaggiò l’invasore Carlo VIII, Re di Francia. Tuttavia non si trattò di un tradimento: il giovane Re Ferdinando II era andato in esilio e aveva sciolto i propri sudditi dal vincolo di fedeltà, inoltre Pontano svolgeva un importante funzione pubblica che gli impediva di ignorare il sovrano francese. Per questo Pontano non ricevette alcuna condanna se non la fine dei suoi incarichi pubblici. Si ritirò allora a vita privata dedicandosi alla letteratura fino alla sua morte avvenuta il 17 settembre 1503.

Il letterato

Pontano viene riconosciuto come il massimo rappresentante dell’umanesimo napoletano. Egli voleva ricostituire una cultura organica, basata sui classici come Aristotele e Cicerone, ma attenta a ogni sfaccettatura della vita. Trattò di astrologia, etica, retorica, botanica, storia e, nel poemetto  “De amore coniugali”, da alcuni considerato suo capolavoro, cantò persino delle gioie della vita coniugale. Come testimonia la sua feconda produzione poetica, preferì i versi alla prosa ma nonostante questo una delle sue opere più importanti fu il “De bello Neapolitano” che tratta della guerra scaturita dalla prima congiura dei Baroni contro Ferrante I. Di questo conflitto l’umanista aveva avuto esperienza diretta (come consigliere del Re) e si era avvalso dei dispacci degli ambasciatori e della documentazione della cancelleria.

Il diplomatico

Pontano fu un amico fidato del sovrano napoletano e prese parte attiva nelle guerre da lui condotte, in particolare si distinse nel conflitto angioino-aragonese contro Giovanni d’Angiò. La vittoria fu possibile solo grazie al supporto degli Sforza di Milano e dello zio di Ferrante, Giovanni II, Re della Corona di Aragona, all’epoca una nazione separata (anche se i sovrani appartenevano alla stessa dinastia) . Infatti dopo la morte di Alfonso V, l’Aragona passo a Giovanni, mentre il Regno di Napoli ( città che sotto Alfonso V era di fatto già capitale non solo di Napoli ma anche di Aragona) venne ereditato da Ferdinando. In seguito prese parte alla riconquista di Otranto, al servizio del figlio di ferrante, Alfonso II. Inoltre negozio la pace di Bagnolo nell’ambito della guerra contro Venezia. Fu invece nelle trattative di pace con papa Clemente VIII che Pontano dimostrò tutto il proprio valore come diplomatico. Infatti con il pontefice instaurò un rapporto di reciproca stima che risultò determinante per la firma di un trattato che scongiurasse la guerra con il papato nel 1486. Da allora ovunque il Re e ottenne la nomina di primo segretario, incarico al quale adempì con la massima competenza e devozione. Dopo la morte di Ferrante salì al trono Alfonso II il cui regno tuttavia durò pochissimo a causa della discesa in Italia di Carlo VIII che segnò anche la fine della carriera diplomatica di Pontano. L’intellettuale non potette ricominciare a dedicarsi ai pubblici uffici nemmeno dopo il ritorno degli Aragonesi, avvenuto pochi anni dopo. La vita di Pontano fu molto attiva e gli consentì di prendere parte ai principali avvenimenti dell’epoca, politici e culturali, dimostrando l’abilità di un intellettuale umanista di districarsi nei più diversi incarichi.