LA CULTURA E MUSICA NAPOLETANA ACCOMUNATA DA UN NOME: PINO DANIELE

LA CULTURA E MUSICA NAPOLETANA ACCOMUNATA DA UN NOME: PINO DANIELE
Nel nostro primo articolo riguardante la musica meridionale non potevamo non parlare della figura leggendaria di Pino Daniele, il “capurione” (termine usato nella canzone Donna Cuncetta) della musica Napoletana, Meridionale se non Mediterranea che è riuscito a far conoscere quest’ultima a tutto il mondo. Si è fatto posto nell’olimpo degli artisti più famosi ed innovativi di tutti i tempi.
Perché “innovativo”?


Pino ha preso il meglio dai generi musicali che l’hanno influenzato di più (un esempio possono essere il rock, il blues e il jazz) e ha soprannominato lo stile derivante dalla fusione di questi ed altri stili musicali “tarumbò” (neologia accomunata all’artista).
Pino comincia da chitarrista autodidatta e più volte entra in gruppi musicali che cercavano di fornire un sound sperimentale e non molto “pulito” da un punto di vista tecnico e nei suoi testi.
L’artista infatti comincerà ad essere veramente apprezzato dopo il suo singolo “Je so pazzo”, dove definisce quasi completamente il suo stile. Il linguaggio cambierà leggermente ma il napoletano sarà sempre il protagonista, anzi, i modi di dire e molti termini particolari appartenenti a questa lingua saranno presenti. Un cambiamento completo invece si ha negli anni 90′, l’artista cambierà sound, abbandonerà quasi del tutto il dialetto e collaborerà con molti altri artisti di grosso calibro.

La sua carriera musicale leggendaria si stroncherà insieme all’artista stesso, nel 2015 Pino Daniele muore di infarto in Toscana.


Pino comincia dal basso e cresce costantemente fino a diventare un vero simbolo del sound italiano ma soprattutto napoletano. Dobbiamo dare anche un’occhiata al contesto in cui cresce e si fortifica, ricordiamoci che Pino vive la sua adolescenza negli anni 60′ e 70′, anni del suo “sbocciarsi” in campo artistico. Tutta la sua forza, la sua speranza, tutta la sua euforia vengono racchiuse in parole forti, in liriche satiriche e ironiche, aspre, tristi e gioiose allo stesso tempo. “Maronna Mia” (un brano che ci sta molto a cuore) potrebbe essere un ottimo esempio.

Il crollo di un palazzo, a Napoli, in seguito al terremoto dell’irpinia (1980)

L’inizio di tutto si ha con “Terra Mia”(1977), album che accoglie alcune delle canzoni più famose e iconiche di Pino: “Napule è”, “Na tazzulella ‘e cafè” e “Libertà”.
Un consiglio dal team di Chronos sarebbe quello di recuperare almeno i pezzi più iconici e significativi dell’artista e di dare un’occhiata ai testi.
Ognuno dei suoi pezzi riesce a far percepire quella che è l’essenza della Napoli moderna e soprattutto della Napoli degli anni 60′, 70′ e 80′, di cui possiamo ricordare eventi significativi come gli “anni del Piombo” , gli “anni del terremoto”, ecc…. vissuti dall’artista stesso.