FELICITÀ, NOSTALGIA, CRITICA E PARTENOPE: EDOARDO BENNATO

Edoardo Bennato nasce a Napoli (Quartiere Bagnoli) nel 1946, artista polistrumentista, viene influenzato molto dal suo viaggio a Londra e dalla musica della sua terra d’origine. Nei suoi brani propone strumenti molto particolari (il kazoo per esempio) e si consolida nei generi, rock, pop e, se si può dire, anche il country.

VITA ED INFLUENZE IN POCHE PAROLE
Bennato nasce in un periodo di assestamento, le sue influenze musicali sono dovute soprattutto al periodo giovanile: i genitori sin dall’inizio hanno sempre voluto che i loro figli imparassero a suonare almeno uno strumento, i soldati americani vagavano ancora per Napoli (Elvis Presley la faceva da padrone all’epoca) e artisti napoletani come Renato Carosone diventavano sempre più influenti. Come prima citato Edoardo non era l’unico ad aver coltivato la sua passione per la musica, negli anni 50, infatti, nasce il “Trio Bennato”. I tre appariranno in televisione fin da subito e lasceranno tutti a bocca aperta con il loro stile originale e nuovo. Solo a Milano comincerà una carriera solista, entrato nell’etichetta discografica “Parade” Bennato terminerà “Era solo un sogno/Le ombre” dove riece a “cantare” con l’armonica.
Dopo il poco successo riscosso l’artista ritroverà la notorietà sperata con nuovi dischi, un esempio è “Ahi le Hawai” del ’69, questi porteranno l’artista a divenire sempre più famoso e a firmare un contratto con la Numero Uno. Scriverà poi una canzone con suo fratello e la fama, definitivamente, non tarderà ad arrivare. Scrive e suona completamente da solo “Goodbye Copenhagen” e “Marjorie”.

.Dopo la seconda metà degli anni ’70 Edoardo Bennato cerca di mostrare il suo lato più critico e profondo, parliamo di lavori come “Burattino senza fili” dove discute, in ogni brano, di una tematica differente: per esempio nel brano “La Fata” arriverà a parlare della strumentalizzazione della figura femminile. Questa ed altre tematiche saranno di ritorno negli anni successivi. Bennato sarà criticato da molti e perderà una parte di quel pubblico guadagnato. Oggi quest’ultimo è considerato uno degli artisti più iconici e straordinari della musica italiana.

PERCHÉ NE PARLIAMO SU CHRONOS?
Come prima abbiamo detto Edoardo Bennato ha assunto col tempo un tono più aggressivo e critico. Nel 1992 pubblica “È asciuto pazzo ‘o padrone”, in cui, sotto lo pseudonimo di Joe Sarnataro ( definibile anche alter ego, una figura che ritornerà presente in canzoni e spettacoli futuri), parla della sua Napoli, dei pregi e dei difetti di quest’ultima, alternando toni vivaci e tristi.
L’artista si batterà per il suo paese natale più volte e non tradirà mai il suo orgoglio napoletano.

Per ultimo non potevano non citare l’album “Abbi dubbi” (antecedente al lavoro prima citato) dove l’artista userà sempre un tono nostalgico, possiamo, in effetti, trovare alcuni dei suoi più grandi successi, “Viva la Mamma” e “Vendo Bagnoli”, quest’ultimo è quello che prenderemo in considerazione.
Il brano è una denuncia contro l’urbanizzazione di questo quartiere, di Nisida soprattutto e di Napoli in generale (non scordiamoci che l’Italsider di Bagnoli è dove ha lavorato il padre dell’artista). Il singolo sarà anche terreno fertile per parlare dell’impatto sociale che l’urbanizzazione ha avuto sul popolo partenopeo. Ritmo e voce costantemente dall’aria felice ma liriche graffianti sono rappresentative dell’instabilità dell’epoca. L’Italisder stava per chiudere i battenti e a Napoli regnava l’incertezza, un mare di persone si stava muovendo per evitare tutto ciò. Il testo non presenta alcun cambiamento di argomento, in effetti trovare una frase significativa che può riassumerlo completamente è stato difficile. Il ritornello recita:
“Ma che-che-che occasione ma che affare
Vendo Bagnoli, chi la vuol comprare
Colline verdi, mare blu
Avanti chi offre di più
Ma che-che-che occasione ma che affare
Vendo Bagnoli con le ciminiere
Però sbrigatevi perché
È un’asta conto fino a tre”

l’album “Abbi dubbi”
Vista di Bagnoli (Coroglio) da Nisida