VINCENZO TIBERIO, IL MEDICO CHE ANTICIPÒ LA SCOPERTA DELLA PENICILLINA

Tutti conoscono l’inventore della penicillina Alexander Fleming, che notò come su una piastra da laboratorio su cui si era sviluppata una muffa le colonie batteriche erano state dissolute. Tuttavia pochi sanno che la scoperta venne preceduta dagli studi del medico molisano Vincenzo Tiberio.

LA STORIA

Nacque a Sepino il 1° Maggio 1869 e si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli. Per studiare si trasferì ad Arzano (NA) presso gli zii Graniero dove riuscì a fare un’osservazione fondamentale. Nel paese era presente un pozzo dove si raccoglieva l’acqua piovana bevuta dai contadini. Sulle pareti del pozzo cresceva una muffa verde che veniva periodicamente rimosse e, in concomitanza della rimozione i paesani venivano colti da disturbi gastrointestinali. Però non appena la muffa ricresceva, questi disturbi sparivano fino alla successiva pulitura. Tiberio ebbe la perseveranza di andare a fondo alla questione e la genialità di collegare la presenza degli ifomiceti (le muffe) al fenomeno dell’antibiosi.

LA SPERIMENTAZIONE

Rapidamente cominciò la sperimentazione, prima in provetta e in seguito sui topi da laboratorio e i risultati vennero pubblicati nel 1895 (33anni prima della scoperta di Flemingn) sugli “Annali di Igiene sperimentale” con il titolo “Sugli estratti di alcune muffe”. Il suo merito principale fu portare a termine l’intero ciclo sperimentale: lo stesso Fleming non riuscì a isolare la sostanza e dovette limitarsi a un estratto grezzo e difficile da produrre. Purtroppo il suo studio ebbe scarso successo nel mondo accademico e presto cadde nel dimenticatoio. Comprendere perché una simile scoperta cadde nel dimenticatoio non è facile. Probabilmente influirono i pochi documenti esistenti e la decisione di scrivere in italiano. Inoltre ricordiamo che gli strumenti dell’epoca erano ancora rudimentali in particolare negli ambiti della biochimica e della biologia molecolare.