STORIA
La città sannitica di Trebula, la cui fondazione è databile a partire dal IX sec. a.C., sorse come centro strategico di difesa. Essa, infatti, era posta su di un valico montuoso che permetteva di congiungere l’agro Campano con quello Alifano (attraverso gli attuali comuni di Pontelatone (Treglia), Liberi e Dragoni). Quest’area era molto importante in quanto punto di riferimento tra le popolazioni del territorio e tappa obbligatoria per gli scambi commerciali. Alcune armi e oggetti litici ritrovati nella media valle del Volturno hanno permesso di stabilire che ci fossero dei contatti culturali e commerciali tra l’area di Trebula, Cales (Calvi Risorta), Teanum e Rufrae(Presenzano). Una testimonianza tangibile di tali contatti è data dalla presenza di alcuni vasi ad impasto grezzo di simile manifattura e dall’ampia diffusione del bucchero rosso in tutte le aree precedentemente menzionate. La finalità strategica di quest’insediamento è facilmente individuabile nell’imponente cinta muraria e nell’acropoli di colle Monticelli (477 m.) il quale sovrasta il pianoro, denominato La Corte, ove sorgeva l’abitato della città antica.
-Lo spostamento del centro abitato
Il centro abitato di quest’antico insediamento non è sempre stato sul pianoro detto “La Corte”, basta infatti osservare quanto segue; ai piedi del colle “Monticelli”, a pochi metri dall’inizio del pianoro ed all’interno del circuito murario, sono state ritrovate delle tombe sannitiche. Ora i Trebulani (che appartenevano alla tribù sannita dei Caudini), come tutti i Sanniti, usavano seppellire i morti al di fuori del nucleo abitativo; questo implica che in origine il centro abitato non insisteva sul pianoro ma si limitava alla sola acropoli di Monticelli. Questa fungeva, inizialmente, come semplice fortificazione a controllo del suo valico; successivamente, con l’incremento demografico e con la minaccia insistente dei Romani, il nucleo abitativo si spostò sul pianoro, determinando la necessità di costruire la cinta che lo delimita.
-Le guerre sannitiche
Per tutto il periodo delle guerre sannitiche Trebula rimase indipendente; solo a seguito della vittoria romana su Pirro (272 a.C.) fu costretta a stringere un trattato di alleanza con Roma (come tutte le città caudine), divenendo una civitas federata (alleata di Roma ma nominalmente indipendente).
-La II guerra Punica
Con la discesa di Annibale in Italia la città caudina, come altre città italiche, decise di allearsi con quest’ultimo in quanto potenziale ostacolo per l’espansionismo romano nei territori Sanniti, e non solo; fu però riconquistata da Fabio Massimo che, nel 215 a.C. la espugnò assieme a Cubulteria(Alvignano) e Austicula, anche esse passate dalla parte di Annibale (Livio, XXIII,39). Dopo la guerra Trebula rimase federata a Roma fino alla Guerra Sociale, in seguito alla quale Roma estese la cittadinanza a tutti i popoli italici.
LA CITTA’ (INFRASTRUTTURE E NON SOLO)
-Le mura
Dell’epoca sannita rimane ben poco, solo le bellissime mura in opera poligonale e l’imponente porta d’accesso, il cui aspetto ricorda la grande porta della città greca di Micene. Queste imponenti mura, utilizzate anche in epoca romana, testimoniano l’ingegno e la capacità dei Sanniti.
-Altre opere
Anche se è stata portata alla luce solo una minima porzione della città, è possibile individuare le seguenti infrastrutture:
- La piazza (forum), situata nell’area centro-orientale del pianoro
- Il teatro, messo in luce durante gli scavi effettuati a Treglia verso la fine dell’800 da Domenico Carafa figlio del principe Michele Carafa, è orientato a sud-ovest ed è plausibile che esso si affacciasse su uno degli assi viari della città. Datato alla prima metà del II sec. a.C. presenta una cavea larga 30 m , era in parte scavata nella roccia e in parte costruita su strutture di sostegno.
- Le terme, che diedero alla città l’appellativo di Balliensis
- L’acquedotto, che alimentava le terme
- il castellum aquae, ovvero il serbatoio di raccolta dell’acqua, struttura in opera laterizia posta nelle vicinanze delle mura orientali del circuito murario.
CONCLUSIONI
Il sito, di grande interesse architettonico e paesaggistico, è quasi del tutto sconosciuto. Solo una minima parte è stata portata alla luce (tra il ‘700 e l’800) e non sono in progetto altri scavi. Trebula Balniensis è dunque l’ennesimo esempio di come vengono gestiti i siti di interesse nazionale ed internazionale (soprattutto meridionali) in Italia.
DOVE SI TROVA
Il sito archeologico ricade nel comune di Pontelatone, più precisamente nella frazione detta “Treglia” , nella parte centrale del massiccio del monte Maggiore, in provincia di Caserta.