IL COLLEGIO MEDICO CERUSICO E LA MEDICINA MODERNA

Fondato il 14 Maggio 1810 da Gioachino Murat , riconfermato dai Borbone e chiuso senza alcuna motivazione dal neonato Regno di Italia nel 1871, il collegio medico cerusico forniva ai suoi allievi una formazione all’avanguardia che univa alla teoria la pratica clinica. Tra le file dei suoi studenti spiccava il celebre Antonio Cardarelli.

LE ORIGINI STORICHE

La storia della medicina è legata fin dalle origini al meridione, basti pensare alla prestigiosa scuola medica salernitana, la prima vera scuola medica organizzata, nonché prima università laica. In essa la professione medica era inseparabile dalla trasmissione del sapere e richiedeva una formazione continua: il medico doveva eseguire l’autopsia di un corpo umano almeno ogni 5 anni. Un altro primato della scuola medica salernitana fu quello di permettere ( a differenza di altre università, come quella di Bologna) anche alle donne a laurearsi in un’epoca in cui la medicina era considerata per soli uomini. Le personalità femminili che operarono a Salerno sono note come Mulieres Salernitanae tra le quali spicca la figura di Trotula da Ruggiero, autrice del “De mulierem passionibus” che fu il primo libro a trattare di ginecologia.

UNA SCUOLA ILLUSTRE

Il collegio medico cerusico nacque nell’ambito del complesso dell’ospedale degli incurabili e si trasferì nel monastero di San Gaudioso, pur restando sempre legato alla struttura di origine dove molti studenti (come i moderni specializzandi) potevano esercitare la propria professione curando i cosiddetti “incurabili” che non potevano essere curati a casa come era d’uso all’epoca ( per povertà o per la gravità della patologia). Il legame con l’ospedale era così stretto che quando, tra il 1821 e il 1825, i locali del collegio vennero requisiti dagli austriaci per farne un ospedale militare gli alunni alloggiarono in una delle sue corsie. Così come l’ospedale curava anche coloro che non se lo potevano permettere, il collegio forniva delle “piazze franche” , simili alle attuali borse di studio che consentivano agli studenti di studiare gratuitamente, così che tutti, se meritevoli, sarebbero potuti diventare medici.

GLI INSEGNAMENTI

Alla base c’era il desiderio di riformare la pratica medica al fine di aiutare concretamente il paziente a guarire cercando, per via empirica, cure efficaci abbandonando un approccio <<metafisico>> e la presunzione di dover conoscere le cause prime e l’ <<essenza>> delle patologie. Promotore di questo spirito di rinnovamento, il grande medico Domenico Cotugno, docente di Anatomia all’università, Il 5 Marzo 1772 pronunciò un discorso dal titolo “Dello spirito della medicina”, di cui ricordiamo questa frase:

Le prime cagioni non sono capaci di essere comprese da noi, l’estensione della umana capacità non oltrepassa la conoscenza de’ soli effetti

Il discorso era rivolto prevalentemente ai giovani, ancora liberi dalla tradizionale dottrina medica che si rifaceva ancora alla teoria degli umori sviluppata da Ippocrate e Galeno (quest’ ultimo vissuto nel II secolo D.c.). Al collegio invece gli alunni, oltre a ricevere una solida preparazione didattica, potevano mettere in pratica ciò che avevano imparato assistendo i pazienti direttamente in corsia. Grazie a questo nuovo approccio, oltre alla bravura dei suoi professori e studenti riuscì a superare in prestigio persino la stessa facoltà universitaria di medicina. Vogliamo concludere con una citazione del celebre Antonio Cardarelli, anch’egli studente (e in seguito professore) del collegio, in cui il medico spiega come nasce un insegnante libero:

«Lo studente più dotato, preparato, viene scelto dai suoi compagni come colui al quale rivolgersi per

delucidazioni e consigli. Tale riconoscimento viene riconfermato dopo la laurea, i compagni gli

chiedono aiuto per la preparazione di esami e lascia la Scuola salutato MAESTRO dai suoi

compagni»