LA “SCUOLA DI APPLICAZIONE DI PONTI E STRADE”: PRIMA FACOLTA’ DI INGENERIA ITALIANA (Parte 2)

IL REGNO DI GIOACCHINO MURAT

Con la nomina a re di Napoli di Gioacchino Murat, avvenuta nel 1808 in seguito alla partenza di Giuseppe Bonaparte per la Spagna, inizia un periodo di riforme e cambiamenti per tutto il Sud. Molti di questi riguardarono la politica, come l’importante mossa fatta dal sovrano di schierarsi al fianco dell’Austria nel 1813, facendo così capire a tutta l’Europa ed allo stesso Napoleone che il regno di Napoli era di fatto indipendente dalla Francia (contrariamente agli altri stati filofrancesi creatisi in quel periodo nella penisola). Altre riforme riguardarono le varie istituzioni del regno, come la creazione del “Corpo degli ingegneri di ponti e strade” e dell’omonima “scuola di applicazione”.

LA SCUOLA

Il corpo degli ingegneri di ponti e strade fu istituito, col decreto del 18 novembre 1808, su iniziativa dello stesso sovrano. I tecnici che inizialmente furono chiamati a formare il Corpo altro non erano che architetti; soltanto il nucleo direttivo, provenendo dalle accademie militari, era particolarmente versato per i lavori stradali ed idraulici. Per dargli più professionalità nel 1811 fu fondata la relativa Scuola di Applicazione, sul modello dell’École d’Application des ponts et Chaussées, riorganizzata da Napoleone nel 1804. La scuola avrebbe provveduto a formare i cosiddetti scienziati-artisti, ossia quegli ingegneri aventi una specializzazione in campo strutturale, funzionale e tipologico tale da permettere loro di affrontare, da funzionari di Stato, la progettazione delle più varie opere pubbliche del Regno.

Il numero massimo di alunni all’anno era 12, ed essi avrebbero frequentato la scuola per tre anni. Le materie insegnate erano: fisica, chimica, costruzioni, scienze d’applicazione al mestiere, geometria descrittiva e stereotomia, meccanica applicata, architettura civile e disegno.

L’attuale sede a Piazzale Tecchio (Fuorigrotta)

LA SCUOLA POLITECNICA

Nel 1811, assieme alla scuola di applicazione, fu fondata la Scuola Politecnica, anch’essa ispiratasi ad una scuola francese, l’École Polytechnique. Quest’istituzione, che avrebbe dovuto essere propedeutica alle Scuole di Applicazione già esistenti in ambito militare, scomparirà insieme al re Gioacchino, non riuscendo ad eguagliare l’importanza della sua omologa francese e venendo di fatto assorbita nella “Scuola di Applicazione di Ponti e strade”.

LA CREAZIONE DI TECNICI ALTAMENTE SPECIALIZZATI

Col passare degli anni si andò a formare una classe di tecnici altamente specializzati, esperti in campo scientifico e tecnico, oltre che nel campo architettonico civile di stampo neoclassico. Alla fine del corso presso la Scuola solo i primi quattro classificati accedevano al corpo, ma a partire dal 1826 (quando era sovrano delle Due Sicilie Francesco I), si stabilì che i primi due rimasti esclusi avrebbero ricevuto di diritto la laurea in architettura, mentre nel ‘34 fu deciso che tutti gli ingegneri del Corpo avrebbero potuto ottenere il titolo di architetto.

Il ponte “Real Ferdinando” ideato dall’ing. Luigi Giura (laureatosi presso la Scuola di Applicazione di ponti e strade”