ELEA, PATRIA DI FILOSOFI E BENE UNESCO

L’area archeologica dell’antica città di Elea (che corrisponde all’attuale comune di Ascea) fa parte del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, riconosciuto come patrimonio dell’umanità dal 1998. Tuttavia il fascino di questa cittadina non è di natura esclusivamente archeologica, infatti ha ospitato l’illustre Scuola Eleatica, i cui esponenti Parmenide e Zenone, ebbero un’influenza enorme sulla filosofia antica e moderna (ricordiamo i paradossi di Zenone che ancora oggi fanno discutere)

LA STORIA DI ELEA RACCONTATA DA ERODOTO

Il grande storico greco Erodoto afferma che i coloni della città di Focea, assediata dai Persiani, si rifiutarono di sottomettersi al comandante nemico Arpago e decisero di abbandonare la città a bordo delle loro navi. Esuli, solcarono il mare in cerca di una nuova patria e si trovarono ad affrontare una flotta di Etruschi e Cartaginesi di circa 120 navi. I Focesi riuscirono a vincere la battaglia, avvenuta presso la città di Alalia, ma le loro 60 pentecontere (potenti navi dotate di 50 remi) vennero tutte distrutte o rese inservibili alla guerra. Per questo dovettero rinunciare a successivi scontri e, in seguito, poterono stabilirsi a Hyele (anche detta Vele), comprando il territorio agli Enotri (nell’attuale provincia di Salerno).

LA STORIA DEL NOME

Le prime testimonianze riguardanti il nome della città risalgono allo storico e geografo greco Strabone che racconta come i fondatori la chiamassero Hyele (o Vele). In seguito divenne Ele e, infine Elea. In epoca romana prese il nome di Velia, attestato a partire da Cicerone e oggi è detta Ascea.

ELEA AL MASSIMO SPLENDORE

La città, nel V sec. a.C. era diventata una delle più prospere della Magna Grecia grazie al commercio marittimo e la politica di neutralità nei confronti dei conflitti che spesso insanguinavano le altre Poleis. Nel IV secolo entrò in una lega cittadina creata per fronteggiare i Lucani, i quali avevano già distrutto Poseidonia (Paestum). Ebbe ottimi rapporti con Roma a cui fornì navi per le guerre puniche e invio giovani sacerdotesse per il culto di Cerere. La fedeltà di Elea ai Romani venne ampiamente ricambiata, infatti la città divenne luogo di villeggiatura e di cura per aristocratici romani, forse a causa della tradizione filosofica e della scuola medica che era nata nella città e rimasta attiva almeno fino al 62 d.C.

ELEA, CITTADINA ROMANA

. Nell’88 d.C. divenne un municipio romano e venne iscritta alla tribù Romilia con il nome di Velia. Tuttavia non perse la propria importanza, infatti conservò il diritto di mantenere la lingua greca e di battere moneta propria. Alla metà del I secolo venne usata come base navale per Bruto, subito dopo l’uccisione di Cesare, e Ottaviano nel 38 a.C. . La decadenza iniziò con il progressivo insabbiamento dei porti e la costruzione della Via Propilia che la tagliava fuori dalle vie commerciali.